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Herpes Zoster: una bruciante presenza

Diremo subito che il virus dell’herpes zoster, più comunemente conosciuto come “fuoco di Sant’Antonio”, è lo stesso della varicella. Tendenzialmente colpisce solo quanti abbiano già contratto questa malattia, e comunque solo una volta nella vita. Una piccola quantità di virus può sopravvivere all’attacco degli anticorpi preposti alla sua distruzione durante la malattia e rifugiarsi nei tessuti nervosi, dove gli agenti anticorpali non riescono a penetrare. Quando poi, in seguito a malattie debilitanti o a periodi di forte stress, le difese del sistema immunitario si abbassano, dai gangli nervosi il virus si sviluppa lungo la terminazione nervosa fino a raggiungere la cute. Il primo sintomo, che poi è anche quello più significativo per identificare l’herpes zoster, è una sensazione dolorosa intensa e sorda, simile a quella reumatica, monolaterale (colpisce, cioè, solo un lato del corpo o del viso) e che si sviluppa come una sorta di fascia. Non a caso, in greco herpès significa strisciare e zòster guaina. Dopo qualche giorno, la parte interessata si arrossa e fanno la loro comparsa grappoli di vescicole pruriginose.
E’ questo il momento di maggiore infettività: una persona che entra in contatto con il liquido giallo paglierino che fuoriesce dalle vescicole al momento della rottura può contrarre il virus della varicella (se non l’ha avuta in precedenza) o quello del “fuoco di Sant’Antonio”. Dopo l’attacco, il dolore può persistere anche in assenza delle vescicole, soprattutto nei soggetti avanti con gli anni. Il nervo interessato dall’aggressione del virus, infatti, si è indebolito e può accusare una nevrite (un’infiammazione) post erpetica per mesi o anni.
Le zone dove l’herpes zoster compare più frequentemente sono il torace, l’addome, il decorso del nervo sciatico e quello del trigemino. Quest’ultimo, se interessa il ramo oftalmico (cuoio capelluto, fronte e occhio), è in assoluto il più pericoloso. La cheratite erpetica, infatti, può intaccare la cornea e provocare, se non curata per tempo, anche la cecità.

IL SELENIO CONTRO I RADICALI LIBERI
In questo caso si renderà indispensabile una tempestiva valutazione da parte dell’oculista, che prescriverà l’uso di colliri specifici e di pomate cortisoniche. I preparati antivirali più efficaci in campo dermatologico da applicare sulla parte interessata o da assumere per via orale sono quelli a base di Acyclovir: una sostanza che crea un ambiente sfavorevole alla riproduzione del virus. Potranno poi essere associati:
.degli analgesici qualora la sensazione dolorosa sia molto intensa;
.degli integratori vitaminici (del gruppo A, B12 e C) per irrobustire il nervo e stimolare le difese del sistema immunitario;
.dei minerali, come il selenio, per contrastare i radicali liberi.
Infine, quando sulle vescicole si sono formate le crosticine, è utile applicare una pomata antibiotica, per scongiurare la sovrapposizione di batteri che potrebbero provocare infezioni.

dottor Antonino Di Pietro
dermatologo presso l’ospedale L. Marchesi di Inzago (Milano).

redazione

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