La buona notizia: al maschio latino la ruchetta (di lei) appena accennata piace. Anzi, pare che eserciti un certo fascino. Così come lo intriga
l’occhiaia scura, esteticamente scorretta, ma ammaliante per via delle fantasie che fa scattare. La cattiva notizia: praticamente non gli va tutto il resto,
dalla pelle troppo lucida, magari con brufoli e punti neri, alla variante ruvida-disidratata, autostrada senza limiti di velocità per un invecchiamento
precoce. Nel mezzo tutti gli inestetismi più classici: dal colorito spento alta mancanza di luminosità ai cedimenti… Sui quali è possibile intervenire con cocktail (ben dosati) composti da trattamenti cosmetici ad alta performance, stile di vita equilibrato, ricette e interventi dermatologici.

“Perché” come dice il dermatologo plastico Antonino Di Pietro. “la storia genetica conta, ma non basta per avere una bella pelle. Con le cure si risolvono eventuali problemi, ma è con le attenzioni quotidiane che si mantiene al meglio una situazione già buona in partenza. Un volto può sembrare virtualmente identico dai 35 a 50 anni: tutto dipende da quel che si fa, o non si fa, per mantenerlo tale”. Comunque sia, tutto inizia con la pulizia. Che significa innanzitutto non saltare mai l’appuntamento mattina-sera con detergente e tonico (vale anche quando si è stanchissime e si pensa, per una volta, di potersi addormentare così come si è perché tanto non succede niente). Ma non solo: ogni tre-quattro giorni è utile aggiungere un peeling cosmetico che, mentre toglie lo strato più superficiale di cellule morte (si avvertono al tatto perché non aderiscono perfettamente agli strati inferiori), rende l’epidermide subito più liscia e morbida, con un colorito più luminoso. E più recettiva ai trattamenti successivi. Maschera: ogni 7-10 giorni. E sarà purificante per chi ha la pelle mista-grassa, idratante quando serve un surplus di morbidezza, rassodante se il tono comincia a perdere colpi. Invece, per effetti speciali immediati, scegliere la versione lifting. Pulizia profonda. Vapori che dilatano i pori; lozioni che poi li restringono; massaggi che stimolano la circolazione mentre tonificano i muscoli; creme e sieri stesi comme-il-faut: un appuntamento mensile con l’estetista fa sicuramente bene al viso, ma anche allo spirito. Trattamenti: qui non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ma se fino ai venticinque anni o giù di lì non ci sono grossi problemi (un buon idratante con filtri anti UV-A e UV-B al mattino e un nutriente la notte vanno benissimo), da quella soglia in poi il beauty case va arricchito a seconda delle necessità. Al mattino i segni del cuscino impiegano più tempo a scomparire? La pelle è meno elastica perché le cellule stanno rallentando i loro ritmi di lavoro: servono stimoli come elastina e collagene, acido ialuronico e vitamine F, E, A, C. Tutti ingredienti che si trovano nei cosmetici tecnologicamente più avanzati, abbinati anche ad antiossidanti (selenio, aminoacidi) e flavonoidi (estratti da more, mirtilli).

“Ma anche tutti reperibili negli integratori alimentari”, precisa il dottor Di Pietro “aiuti importantissimi in un programma di prevenzione anti-aging”. Così come è importante, da un certo momento in poi, trattare la pelle a zone. Con cosmetici che tengono a bada borse, cedimenti e gonfiori delle palpebre; attenuano segni e rughe del contorno labbra; agiscono sul tono del collo.

redazione

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