Con l’arrivo della bella stagione scatta irresistibile la voglia di rivedersi in forma. Si corre ad acquistare cosmetici snellenti, dimagranti, rassodanti. O ci si affida alle prestazioni di un istituto di bellezza. Prima di effettuare qualsiasi trattamento, però, cerchiamo di avere le idee ben chiare. Oggi c’è una grande confusione e una zona di interregno tra la competenza della medicina e il settore riservato agli operatori estetici: metodiche che dovrebbero essere effettuate dai soli medici proposte nei saloni estetici, ozonoterapia praticata negli istituti di bellezza (in contrasto con quanto prevede la circolare del ministero della Salute), centri abbronzanti poco professionali.
La materia è regolamentata dalla legge n. 1 del 4.1.90, che dà precise direttive. Per l’apertura degli istituti di bellezza, il requisito base è quello di aver frequentato una scuola triennale di formazione professionale riconosciuta dalla Regione, superando l’esame finale. Vengono, poi, specificate l’area di competenza degli operatori estetici, le apparecchiature elettromeccaniche che possono usare e quelle che sono, invece, di esclusiva competenza medica.
Visto, però, che il campo offre ottime possibilità di guadagno, accanto a chi opera correttamente e a chi sbaglia in buona fede interpretando male la normativa c’è anche chi cerca furbescamente di allargare il proprio raggio d’azione. D’altra parte, a situazioni di mancanza di trasparenza, si accompagna anche una insufficiente informazione dell’utenza. Pochi, per esempio, sanno che nei centri estetici non dovrebbe esserci un medico, proprio perché è una figura che ha compiti diversi da quelli proposti dal settore estetico. Chi ha reali motivi per non essere soddisfatto, comunque, può rivolgersi agli uffici annonari del Comune, ai carabinieri, ai vigili, alle Asl, se nel centro ha rilevato carenza di igiene o ha motivi per ritenere che i macchinari usati non siano in regola con la 626, la normativa sulla sicurezza.
Prima di entrare in un beauty center, quindi, è fondamentale essere ben certi del tipo di trattamento che si vuole chiedere, dei suoi effetti e di quello che gli operatori sono autorizzati a proporci. Vediamo, allora, di fare un po’ di chiarezza. Perché, nel varcare la soglia di un beauty center, è bene mettere a fuoco gli elementi chiave cui prestare attenzione per essere sicure di aver scelto un centro professionale e affidabile.
Un centro serio si riconosce così:
Esiste una netta differenziazione tra metodiche estetiche, medicina estetica e dermatologia plastica. Le metodiche estetiche (quelle impiegate dagli estetisti) devono essere volte ad abbellire e rimodellare il corpo, ma restando sempre “a fior di pelle”, vale a dire operando solo in superficie senza possibilità di “invasione” o finalità terapeutiche. Per soluzioni che vanno più in profondità (iniezioni ma anche prescrizioni di farmaci), scatta il divieto: stop, da qui in poi è compito del medico.
La medicina estetica si occupa in maniera più generale degli inestetismi, che non hanno ripercussioni sulla salute, ma possono avere rilevanza sul piano psicologico: obesità lieve, disturbi flebologici, problemi cutanei. Possono praticarla i laureati in Medicina e chirurgia.
La dermatologia plastica, praticata da specialisti dermatologi, si occupa degli inestetismi della pelle e della sua salute. A Milano, dal febbraio di quest’anno, c’è un corso di perfezionamento universitario in dermatologia plastica.
Se non ci consideriamo soddisfatte o addirittura ci riteniamo danneggiate da un trattamento eseguito in un centro estetico, quali strumenti abbiamo a disposizione per farci risarcire? Se non è stato messo nulla per iscritto, come quasi sempre succede, si configura un contratto verbale, ugualmente valido; indubbiamente, però, sarà più difficile provare ciò che era stato detto o garantito. Si possono, comunque, sempre conservare come prove volantini o messaggi pubblicitari. Per questi contenziosi possiamo rivolgerci allo sportello di conciliazione delle Camere di Commercio, dove però è necessario che i rappresentanti del centro si presentino, o al giudice di pace, che potrà emettere un giudizio anche in contumacia dell’istituto.
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