COSA SUCCEDE.
Anche il sole di montagna è malandrino.
“Mentre scii o ti riposi all’aperto, gli UVA e gli UVB penetrano nella pelle e colpiscono i fibroblasti, le cellule del derma che, grazie alla sintesi di collagene ed elastina, compongono l’impalcatura elastina”, spiega Antonino Di Pietro, dermatologo a Milano.
“Per difendersi dall’aggressione dei temibili raggi la pelle comincia a creare uno scudo di melanina, il pigmento responsabile dell’abbronzatura. È formata da granuli finissimi, prodotti dai melanociti, cellule con tante ramificazioni nell’epidermide che però affondano nel derma”.
SE PERO’ ESAGERI.
Il velo di tintarella che comincia a formarsi dopo la fase eritematosa (quella in cui il viso diventa rosso) dura due-tre giorni al massimo. Se però continui a esporti al sole senza protezione la melanina labile (così si chiama la prima fase della colorazione) lascia il posto a un’abbronzatura più profonda e duratura. Lo scotto da pagare però è alto: rughe, macchie e secchezza cutanea sono gli effetti visibili di una situazione di sofferenza.
Quando parti per la settimana bianca, ricordati d’infilare in valigia delle creme solari specifiche per il viso che siano in grado di proteggere la pelle dagli Uva, dagli Uvb e dai raggi infrarossi.
Quest’ultimi sono responsabili della fastidiosa sensazione di calore che causa rossore e vasodilatazione (e se soffri di couperose, sono guai).
Utile è anche rinfrescare il viso vaporizzando spesso sulla pelle dell’acqua termale spray.
Proprio come accade con il resto del nostro organismo, anche la pelle ha delle necessità…
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