Getting the giri, ovvero caccia alla ragazza: nel 2003 è stata questa, secondo i guru americani la spinta più efficace all’acquisto di cosmetici maschili. Attrarre, quindi: ecco il fuoco dello shopping cosmetico maschile. Anche perché nel faraonico mercato statunitense il compratore tipo ha tra i 12 e i 24 anni, viene definito un “maschio urbanizzato”, fa zapping da una marca all’altra e ha uno stile di vita sfrenato e bruciante: così “il mattino dopo” arrancare alla ricerca di un effetto sos e riparatore dopo nottate dissolute, trascorse altalenando tra gli eccessi del fumo e dell’alcool, diventa una necessità. Gli scaffali di farmacie, profumerie e department store abbondano di contorno occhi drenanti, patch antirughe e dopobarba lenitivi, alleati cosmetici che aiutano a ripristinare l’equilibrio estetico e psicofisico. Che sia per questo o per il fatto che gli uomini mediamente si sentono “brutti” e insicuri (secondo un sondaggio della società di opinione Cirm, il 75% dei maschi italiani tra i 18 e i 55 anni non è soddisfatto della propria forma fisica), le aziende cosmetiche si stanno sempre più specializzando. Così le nuove ricerche di laboratorio sono orientate verso la sintesi di sostanze energizzanti con feromoni da inserire a piacere nell’idratante o nel deodorante e gli studi valutano trattamenti sempre “di razza”. I test sono condotti infatti su un campione ad ampio spettro, che spazia dagli uomini ispanici a quelli afro-americani o asiatici. Per rispondere con soluzioni beauty “etnomodulabili”. Sono calati anche gli ultimi tabù sull’estetica maschile anche nelle aree mediterranee, dove è radicata nei cromosomi l’attitudine machista: la crescita del settore uomo è vertiginosa, lo dimostra il fatto che in quattro anni siano stati lanciati in America più di mille prodotti cosmetici dedicati esclusivamente a lui. E i dati Unipro (Unione italiana profumieri) sono incoraggianti: contro una situazione generale nei consumi piuttosto asfittica. Nel 2003 le linee maschili hanno generato in Italia un giro d’affari pari a 250 milioni di euro, con una crescita media pari al 6,4%. I numeri sono eloquenti: data la grande potenzialità di questo mercato ancora in embrione, solo nel canale profumeria il volume di vendite è stato di 110 milioni (+6,8%). E bestseller del mercato nazionale sono stati i prodotti di trattamento (+53,4%), evoluzione cosmetologica dei vecchi dopobarba “infiammanti”: «La cosmetica maschile ha cominciato a percorrere i primi passi proprio dagli after shave. Un tempo unici rimedi accettati dalla cultura del maschio mediterraneo: vent’anni fa erano soluzioni alcoliche che bruciavano, poi si sono trasformati in emulsioni con lo scopo di lenire i piccoli traumi post rasatura. Oggi siamo arrivati a veri e propri antirughe», spiega Antonino Di Pietro, dermatologo. «E ora senza remare vengono acquistati prodotti antiossidanti formulati ad hoc per la cute maschile, che presenta maggiore porosità e produzione del sebo più forte rispetto a quella femminile. I prodotti per lui devono essere formulati con un’attenzione specifica all’obiettivo cosmetico: devono avere proprietà lenitive, calmanti e idratanti, perché la rasatura crea delle micro infissurazioni e bisogna ricompattare lo strato corneo. Evitando di rendere la pelle lucida».

Chiome fumose come “ciminiere”, incarnato plumbeo, palpebre cerchiate di viola: dopo una notte brava, al risveglio è fondamentale un corso di recupero accelerato. Secondo uno studio effettuato da Lancome sulle specificità della pelle maschile, a caratteristiche come consumo di ossigeno più elevato, 25% in meno di compattezza, ph cutaneo più acido, maggior spessore (+16% di media rispetto alle donne) e tendenza alla disidratazione, si aggiunge un dato: il contorno occhi degli uomini è geneticamente più segnato e stanco. Primo step da rivalutare è dunque la classica gettata d’acqua fredda sul viso, che grazie al suo effetto vasocostrittore “chiude” i capillari e consente un’efficace ginnastica vascolare. L’ideale è farlaa seguire anche da un automassaggio, «partendo dall’interno del naso e muovendo verso l’esterno comprimendo un pò la parte tenendo le dita piatte», consiglia Di Pietro. «Per risanare l’effetto the day after, la soluzione più rapida ed efficace viene dai patch antirughe e drenanti, cerotti per il contorno occhi che consentono di sgonfiare la palpebra inferiore in una manciata di minuti: tra le piante che hanno la capacità di disinfiltrare ci sono estratto di amamelis, uva e centella». «C’è chi li applica sotto gli occhi prima di andare a dormire ma stando sdraiati il ristagno è maggiore: meglio portare queste mascherine al mattino stando in piedi, perché la posizione eretta ha un potere decongestionante ottimizzato».

Sulla remise en forme istantanea dopo una lunga serata di follie, alcune aziende cosmetiche hanno costruito il loro successo: il marchio Nickel, ad esempio, vanta tra i suoi prodotti di culto il gel “The Morning After Rescue” (il salvataggio della mattina dopo), formula definita “trattamento shock per quelle mattine in cui svegliarsi è un’impresa”. Il beauty cocktail esclusivamente maschile, arricchito con un complesso a base di caffeina e mentolo, contiene attivi proteici e sostanze decongestionanti come l’hamamelidacea e ha

proprietà biomeccaniche liftanti effetto stretch. Momento cruciale nel rituale mattutino è quello che segue le aggressioni della rasatura: “l’uomo non sopporta il fatto di far vedere che ha messo una crema, ma ne ha veramente bisogno, in particolare dopo la barba: l’effetto infatti è quello di un peeling ed è fondamentale applicare un prodotto restitutivo che deve avere un potere antilucido, idratare senza ungere. Basterebbe scegliere al posto di una formula con i soliti grassi minerali degli eccipienti naturali come oli vegetali, oppure oli siliconici che hanno un’ottima texture ma non creano problemi di untuosità. Proprio per questo grande rifiuto nei confronti di una pelle “a specchio”, i ricercatori intuiscono per il futuro un’affermazione sempre più costante di prodotti opacizzanti, “ciprie” liquide tascabili e clandestine da tenere sempre a portata di mano per controllare la grande produzione di sebo tipica della pelle degli uomini. “Al momento nelle creme maschili di solito viene utilizzato il magnesio”, spiega Di Pietro, «perché è un rilassante della cute ed è l’ideale per una pelle che subisce contratture. Inoltre generalmente chi usa i prodotti cosmetici appartiene a una classe sociale sottoposta a stress frequenti, quindi questa sostanza è perfetta anche per eliminare le tensioni. E dopo la rasatura, ogni tanto si dovrebbe fare un impacco calmante: basta sciogliere un cucchiaio di amido di riso nell’acqua, imbevendo un

fazzoletto e tamponando il viso», continua il dermatologo. Per ritrovare energia attraverso la pulizia, ideale è uno scrub su viso e corpo, utile a cancellare l’effetto “rettile” tipico di

molte pelli maschili: «Va tenuto conto che la cute dell’uomo è caratterizzata da una cheratosi maggiore: attraverso l’azione dei microgranuli e l’eliminazione delle cellule morte il viso assume un aspetto luminoso”.

Anche in doccia, un massaggio benefico e rivitalizzante, soprattutto sulle parti ruvide come gomiti, talloni e ginocchia, aiuta a “svegliare” la pelle, preparandola a ricevere al meglio ogni trattamento successivo.

Da non sottovalutare, dopo una serata “after hours”, un’accurata pulizia dei capelli: per togliere ogni traccia di fumo depositato sulle chiome, oltre che la salsedine quando si è al mare, prima dello shampoo è consigliabile passare sulle ciocche l’olio di borragine, pianta ricca di Omega 3 e 6 che ricompatta la cheratina. Ma se per la detersione delle chiome il rimedio è a portata di mano, per domare il ciuffo ribelle appena svegli pare invece ci sia ben poco da fare: secondo quanto riportato dai media, stanno infatti cercando di dimostrare come i capelli indomabili al risveglio siano una questione genetica. Nel genoma di alcuni animali si trovano infatti i Frizzed (in italiano “fritti”), attivi nella pelle e nei follicoli, che gestirebbero addirittura l’orientamento dei peli.

Formule reveil, dunque. Eppure una scuola di pensiero “biochimico” sostiene: è improbabile che un cosmetico possa dare energia. «È più facile che questa stimolazione avvenga attraverso la profumazione delle formule, piuttosto», «ci sono infatti essenze naturali che agiscono al livello del sistema limbico, come ylang ylang e patchouli, che appartengono a una famiglia di ambrati orientali e hanno un assodato , potere afrodisiaco. Attenzione, però: il segreto è nel cuore della pianta. Nell’acquisto di un cosmetico, come ad esempio un profumo o un detergente, che dichiari di contenere queste essenze, bisogna guardare l’etichetta: se le sostanze sono indicate con il loro nome botanico (nomi che evocano rituali primitivi come cananga odorosa, pogostemon cablis) il potere energizzante ha la forza di quello degli ormoni in natura, ma se c’è scritto “fragrance” o “parfum” vuol dire che sono sostanze chimiche e il risultato è ben diverso. È una differenza paragonabile a quella tra un cashmere quattro fili e un pile”. Dato il progressivo oblio dei sensi e i ritmi di vita sempre più serrati, la ricerca delle multinazionali si orienta comunque verso “stimolatori chimici”: quello che emerge è infatti la messa a punto di sostanze che contengano molecole simili ai feromoni. «Lo dimostra un’azienda americana che realizza materie prime, la Vevy, che ha prodotto una sostanza capace di mimare molecole volatili simili ai feromoni, che stimolano l’attrazione nei confronti del sesso opposto», «ora i grandi gruppi cosmetici potranno disporre di questa invenzione, ad esempio introducendo questa sostanza in un dopobarba o in un deodorante». E si stanno affacciando già le prime creme in gel per lui contenenti fitoestrogeni: “Cominciano timidamente ad apparire emulsioni con fitosteroli, collagene ed elastina: imitano gli ormoni naturali femminili ma sono di origine vegetale», spiega Di Pietro. Ma per il canale di consumo più conservatore, non va sottovalutato l’effetto reveil dato dalla vitamina C: i dermatologi la consigliano perché agisce sui vasi sanguigni, migliorando quindi il microcircolo. «Quando si fa molto tardi la sera ne risentono soprattutto i vasi capillari, che tendono a dilatarsi”, conclude Di Pietro, «e siccome i capillari dilatati trasudano siero si verifica un ristagno di liquido nei tessuti e ci si sveglia con il viso gonfio».

È ancora prematuro, comunque parlare di boom di creme idratanti e di trattamenti antiossidanti per lui: la vera ossessione del maschio italico sono i capelli. Le cifre parlano chiaro: nel 2003 il fatturato registrato con la vendita dei prodotti viso ha costituito solo il 6,7% del totale dei cosmetici uomo. Contro il 19,3% messo a segno dai prodotti per le chiome e il cuoio capelluto.

redazione

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