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QUANTO SOLE SOPPORTA LA TUA PELLE?

Arrivano i primi week-end di sole ed eccoci prede del rito dell’abbronzatura. È una tentazione irresistibile, un piacere da assaporare con spensieratezza, ma anche con un po’ di saggezza, dice il dermatologo Antonino Di Pietro. Perché può bastare un’ora senza la giusta protezione per mandare in tilt la pelle. Con conseguenze ormai risapute: fastidiosi rossori, eritemi immediati e invecchiamento cutaneo con rughe precoci a lungo termine.

OGNUNA DI VOI REAGISCE IN MODO DIVERSO

C’è quella che si arrossa, quella che soffre l’azione del caldo (provocato dai raggi infrarossi) o, ancora, quella reattiva, più predisposta a fastidiosi eritemi. C’è la pelle che, a causa di stress o scompensi ormonali, improvvisamente muta le caratteristiche di base e, al sole, reagisce in modo nuovo e anomalo, dice Di Pietro. Il limite di sopportazione al sole dell’epidermide non è uguale per tutte, ma è facile individuarlo: senso di fastidio, pelle che tira, pruriti, arrossamenti, bruciori. Sono tutti segnali che lo si sta superando.

LA PARTENZA SICURA PER UN BEL COLORE

Le prime 72 ore sono le più critiche per ogni tipo di epidermide, dice Di Pietro. Per fare affiorare la melanina, il naturale sistema di difesa della pelle, occorrono tre giorni, durante i quali non bisogna risparmiare sul fattore di protezione: l’ideale è usare specialità con schemi massimi (spf40/50+), per passare a un filtro medio (spf20/30) nei giorni successivi. Evitate di stare al sole nelle ore più calde: il mix di raggi Uv e lo shock termico sono una bomba di radicali liberi che inceppa i meccanismi cutanei di qualsiasi carnagione, sia chiara, sia olivastra.

LA PELLE HA UN’OTTTIMA MEMORIA

La pelle è l’antologia delle nostre abitudini, la nostra memoria inconscia, dice Di Pietro.

Se viene maltrattata dagli Uv, la pelle se ne ricorda, registra i danni e ne riporta i segni, con iperpigmentazioni che si addensano e diventano macchie, inizialmente non leggibili a occhio nudo. Poi, con il tempo, appaiono più intense in superficie: la pelle, infatti, per difendersi dai raggi Uv, quando viene esposta nuovamente al sole, scatena in quelle zone una superproduzione di melanina.

VACANZA BREVE=ESPOSIZIONI INTENSE

Vacanze frammentate? Fatte solo al week-end? Ne risentirà la pelle, che ha bisogno di più di un fine settimana per difendersi e abituarsi ai raggi, dice Di Pietro. Per neutralizzare l’aggressione solare, aiutatevi anche con l’alimentazione, facendo il pieno di antiossidanti e aumentando il consumo di verdure e frutta a polpa gialla. Sono alimenti ricchi di provitamina A che regolano produzione di melanina. Sono utili anche gli integratori a base di vitamine A, C ed E. il primo giorno del week-end usate l’spf50+ anche se la pelle è già abbronzata e scendete al 30 il giorno successivo solo se state in spiaggia al mattino e non nelle ore centrali della giornata.

Non abbiate timore di restare bianche: ricordate che anche il sun block lascia filtrare una parte dei raggi e che un spf 50, dopo mezz’ora dall’applicazione, può ridursi a 30, a causa della sudorazione, del contatto con l’asciugamano e con la sabbia.

SE L’ERITEMA NON VI DA TREGUA

Si tratta di un processo infiammatorio che provoca la dilatazione persistente dei capillari.

Per prevenirlo, almeno un mese prima di partire, fate una cura per rivitalizzarli e mantenerli elastici, dice il dermatologo Antonino Di Pietro.

Assumete degli integratori a base di flavonoidi, polifenoli, antiradicali liberi e vitamine. Se il problema si ripete da più estati, è opportuno consultare il dermatologo. Il fastidio si risolve con un antistaminico, da prendere prima di partire e durante i primi quattro giorni di vacanza.

IN SPIAGGIA DAL MATTINO AL TRAMONTO

Il bagno solare è sempre un piacere, una leva energetica e antidepressiva, dice il dermatologo. Ma dieci ore di sole, vento e caldo hanno un forte impatto disidratante e si amplifica il rischio di danni da fotoinvecchiamento su ogni tipo di pelle. Quindi, alternate momenti al sole a intervalli all’ombra, in spazi freschi e ventilati, per permettere alle difese cutanee di riorganizzarsi. E per proteggervi con efficacia, spalmate uno strato di solare uniforme abbondante. Quanto? Tanto. I test di laboratorio prevedono una noce circa per viso e collo, una per braccio, due per le gambe, il torace e la schiena. Rinfrescate spesso la pelle con acqua dolce, meglio se termale. E la sera non dimenticate di applicare una crema doposole con sostanze lenitive e idratanti.

Il test serve per verificare le iperpigmentazioni e i danni da foto-invecchiamento che non sono visibili a occhio nudo, spiega il dermatologo Di Pietro.

Qui, ha fatto il test per noi su 4 donne che hanno pelli e comportamenti al sole differenti. Il sistema Anthology, continua il dermatologo, si avvale di una fotocamera digitale con un flash a luce ultravioletta, collegata a un computer. Su questo appare l’immagine normale e, accanto, il viso con i segni da fotoinvecchiamento non visibili in superficie.

Di Elena Colombo Kapsa

redazione

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