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Fuoco di Sant’Antonio: curatevi entro tre giorni

“Il fuoco di Sant’Antonio è un disturbo doloroso che, per essere curato in tempo, deve essere diagnosticato con la massima prontezza. In genere compare nei periodi di forte stress fisico o lavorativo, ma anche durante i cambio di stagione. Infatti il corpo umano, con il mutare delle condizioni di calore e di lice subisce un naturale affaticamento e una diminuzione, sebbene temporanea, dell’efficacia delle difese immunitarie. A causare il disturbo è un virus, chiamato herpes zoster, lo stesso che provoca la varicela e stretto parente di quello che provoca l’herpes alle labbra”.

Con queste parole un grande dermatologo introduce il problema del fuoco di Sant’Antonio, il Professor Antonino Di Pietro, presidente fondatore dell’Isplad, la Società internazionale di dermatologia plastica, oncologica e rigenerativa. A lui mi sono rivolto per farmi spiegare come riconoscere, come curare e come prevenire questo doloroso disturbo della pelle.

Come si presenta il fuoco di Sant’Antonio?
All’inizio la parte interessata dal problema è dolente, ipersensibile al tatto o anche solo allo sfregamento dei vestiti e pizzica. In queste prime fasi può comparire un malessere generale e il paziente accusa anche dolore alle articolazioni. Se non fosse per quel fastidio localizzato sulla pelle i sintomi, nei primi due giorni precedenti la comparsa dello sfogo, sono simili a quelli originati da una malattia di tipo influenzale. Con il passare del tempo, come detto due giorni al massimo, il dolore diventa sempre più localizzato, la pelle si arrossa e compaiono minuscole macchioline, lesioni puntiformi simili a vesciche e piene di liquido trasparente. A mano a mano che il tempo passa il numero delle vesciche aumenta e si raggruppano tra loro ed è questo il momento di massimo sviluppo. In seguito le lesioni si seccano e le crosticine così formate cadono spontaneamente. La guarigione avviene nel giro di dieci o quindici giorni e sulla pelle appare una zona coperta da cicatrici piccole e color bianco latte che scompaiono poi lentamente nel giro di qualche mese. Ma la sensazione di disagi, cioè ipersensibilità e dolore sulla parte colpita, potrebbe perdurare.

Perché la sensazione di disagio continua, anche se il fuoco di Sant’Antonio è passato?
Perché le terminazioni nervose di quella parte di pelle restano lesionate dall’azione del virus. E i tempi di guarigione delle terminazioni nervose stesse sono più lunghi, rispetto a quelli della pelle. Ecco perché è importante combattere il fuoco di Sant’Antonio al più presto.

Quali parti del corpo sono colpite, generalmente, dal fuoco di Sant’Antonio?
In genere il tronco e la schiena. Ma non è escluso che possa colpire anche altre parti del corpo, come le braccia e le gambe.

Quali sono i pazienti più a rischio di essere colpiti dal fuoco di Sant’Antonio?
Il fuoco di Sant’Antonio  viene solo a coloro che hanno già fatto la varicella negli anni precedenti. Questo accade perché il virus della varicella, a volte, non è completamente debellato dal corpo ma può rimanere inattivo all’interno di alcune strutture nervose chiamate gangli. In genere il sistema immunitario fa buona guardia e tiene questi virus sotto controllo. Ma se avviene un calo significativo delle difese stesse, il virus inizia a replicarsi e provoca il disturbo. Occasiolamente, ma sempre se il paziente è portatore del virus, il fuoco di Sant’Antonio può comparire dopo una forte influenza o un disturbo simile, quando le difese immunitarie sono indebolite dal superlavoro effettuato per sonfiggere l’infezione precedente.

Come consiglia di curare il fuoco di Sant’Antonio?
Prescrivo farmaci antivirali per bocca. Il più usato si chiama acyclovir. Ma la sua assunzione, per dare beneficio, deve avvenire entro settantadue ore dalla comparsa delle prime macchioline. Solo entro questo periodo di tempo, infatti, si riesce a limitare la riproduzione del virus e ad arginare il problema diminuendo, nel contempo, sia il dolore sia l’estensione delle lesioni. Dopo le settantadue ore la riproduzione del virus è già completamente avviata e la cura risulta meno efficace. Se il fuoco di Sant’Antonio è diagnosticato per tenpo, la durata del disagio è di cinque o sei giorni contro i dieci e oltre necessari a terminare il decorso noamrle senza cure. Inoltre grazie al farnmaco antivirale posso bloccare la causa del disturbo, ma mi devo servire anche di altre medicine per limitare la sensazione di disagio e di dolore provocata da questa infezione…

Quali sono le altre medicine che prescrive per limitare i disturbi causati dal fuoco di Sant’Antonio?
Antidolorifici, come la amitriptilina, la nortripilina o il tramadolo. Il dosaggio che prescrivo rispetto a questi farmaci, che vanno presi per bocca, dipende dal peso e dallo stato di salure generale del paziente.

E’ possibile prevenire il fuoco di Sant’Antonio?
Qualcosa che possa prevenire il fuoco di Sant’Antonio non è stato ancora scoperto. Detto questo, noi medici sappiamo che ci sono alimenti in grado di sostenere l’efficienza del sistema immunitario, la cui occasionale flessione è la causa della comparsa del disturbo. Tra gli alimenti che io consiglio, ci sono le arance, i kiwi e i cavoli, ricchi di vitamina C, che serve apputo per migliorare l’efficienza delle nostre difese immunitarie. Per manetenere efficiente il funzionamento del sistema immunitario e per non indebolirlo a causa dello stress, inoltre, consiglio di mantenere orari regolari del sonno, specialmente se il paziente ha già accusato in passato questo problema.

di Giulio Divo

Prof. Antonino Di Pietro

Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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