In estate è facile avere a che fare con le punture di insetti. Del resto è il periodo dell’anno in cui zanzare, api, vespe e calabroni sono in agguato al mare, in montagna e in campagna. Tuttavia esistono altri animaletti, meno noti ma altrettanto rischiosi, come la cantaride e la “gatta pelosa” o processionaria, da cui bisogna imparare a proteggersi prima o dopo la puntura.
- Evitare di grattarsi. Specie se le mani sono sporche, meglio evitare per non peggiorare la situazione e non provocare una sovrainfezione cutanea, detta impetigine. I batteri, infatti, possono entrare attraverso il foro di puntura e moltiplicarsi agevolati dal caldo che causa la dilatazione dei pori cutanei. La parte comincia a gonfiarsi formando del pus e i batteri si diffondono causando la formazione di pustole. Una reazione molto frequente nei bambini che si cura con antibiotici per bocca e che richiede l’astensione dall’esposizione al sole.
- In caso di puntura di cantaride. Parliamo di un insetto comune che somiglia a un maggiolino e si trova nelle campagne, soprattutto al Sud. Sotto le sue ali c’è una polverina molto urticante che quando viene a contatto con la pelle provoca un’irritazione a chiazze. In caso di puntura, quindi, applicare un cubetto di ghiaccio per bloccare l’infiammazione e una crema al cortisone.
- La puntura di gatta pelosa
è più frequente di quanto si pensi. L’animaletto appartiene alla famiglia dei bruchi. In genere si trovano sugli alberi e sulle piante ad alto fusto dove si nutrono di foglie e gemme. I loro peli urticanti possono restare conficcati nell’epidermide e anche se inizialmente non provocano alcun fastidio, nell’arco di 10/12 ore, rilasciano sostanze irritanti che causano chiazze rosse e pruriginose con piccole vesciche della durata di una settimana o dieci giorni da curare con creme calmanti, antipruriginose o al cortisone.
- In caso di puntura di zanzara, si sviluppa un’irritazione provocata dalla sostanza anticoagulante contenuta
nello stomaco dell’insetto. Anche se sono quantità infinitesimali, a seconda dei soggetti, ci può essere una maggiore o minore reazione alla sostanza. La situazione peggiora grattandosi perché lo strofinamento espande e manda più in profondità l’irritante. Un cubetto di ghiaccio o creme al cortisone possono dare sollievo, come quelle contenenti alukina o a base di allume.
- Vespe, api e calabroni possono essere pericolosi perché il pungiglione contiene un veleno fortemente irritante. Sulla puntura d’ape bisogna applicare una crema antibiotica, su quella di vespa e calabrone una antinfiammatoria. In caso di allergia, per evitare lo shock anafilattico, meglio rivolgersi ad un centro medico.
- Le punture delle zecche sono irritanti in quanto nello stomaco di questi insetti ci sono dei germi infettivi, detti spirochete, che vengono rigurgitati nel sangue dell’ospite raggiungendo le articolazioni e provocando artriti molto dolorose: il morbo di Lyme. In caso di puntura di zecca occorre assumere antibiotici per non danneggiare fegato e intestino.
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