In estate è facile avere a che fare con le punture di insetti. Del resto è il periodo dell’anno in cui zanzare, api, vespe e calabroni sono in agguato al mare, in montagna e in campagna. Tuttavia esistono altri animaletti, meno noti ma altrettanto rischiosi, come la cantaride e la “gatta pelosa” o processionaria, da cui bisogna imparare a proteggersi prima o dopo la puntura.

  1. Evitare di grattarsi. Specie se le mani sono sporche, meglio evitare per non peggiorare la situazione e non provocare una sovrainfezione cutanea, detta impetigine. I batteri, infatti, possono entrare attraverso il foro di puntura e moltiplicarsi agevolati dal caldo che causa la dilatazione dei pori cutanei. La parte comincia a gonfiarsi formando del pus e i batteri si diffondono causando la formazione di pustole. Una reazione molto frequente nei bambini che si cura con antibiotici per bocca e che richiede l’astensione dall’esposizione al sole.
  2. In caso di puntura di cantaride. Parliamo di un insetto comune che somiglia a un maggiolino e si trova nelle campagne, soprattutto al Sud. Sotto le sue ali c’è una polverina molto urticante che quando viene a contatto con la pelle provoca un’irritazione a chiazze. In caso di puntura, quindi, applicare un cubetto di ghiaccio per bloccare l’infiammazione e una crema al cortisone.
  3. La puntura di gatta pelosa 
è più frequente di quanto si pensi. L’animaletto appartiene alla famiglia dei bruchi. In genere si trovano sugli alberi e sulle piante ad alto fusto dove si nutrono di foglie e gemme. I loro peli urticanti possono restare conficcati nell’epidermide e anche se inizialmente non provocano alcun fastidio, nell’arco di 10/12 ore, rilasciano sostanze irritanti che causano chiazze rosse e pruriginose con piccole vesciche della durata di una settimana o dieci giorni da curare con creme calmanti, antipruriginose o al cortisone.
  4. In caso di puntura di zanzara, si sviluppa un’irritazione provocata dalla sostanza anticoagulante contenuta
nello stomaco dell’insetto. Anche se sono quantità infinitesimali, a seconda dei soggetti, ci può essere una maggiore o minore reazione alla sostanza. La situazione peggiora grattandosi perché lo strofinamento espande e manda più in profondità l’irritante. Un cubetto di ghiaccio o creme al cortisone possono dare sollievo, come quelle contenenti alukina o a base di allume.
  5. Vespe, api e calabroni possono essere pericolosi perché il pungiglione contiene un veleno fortemente irritante. Sulla puntura d’ape bisogna applicare una crema antibiotica, su quella di vespa e calabrone una  antinfiammatoria. In caso di allergia, per evitare lo shock anafilattico, meglio rivolgersi ad un centro medico.
  6. Le punture delle zecche sono irritanti in quanto nello stomaco di questi insetti ci sono dei germi infettivi, detti spirochete, che vengono rigurgitati nel sangue dell’ospite raggiungendo le articolazioni e provocando artriti molto dolorose: il morbo di Lyme. In caso di puntura di zecca occorre assumere antibiotici per non danneggiare fegato e intestino.
Prof. Antonino Di Pietro

Dermatologo Plastico a Milano - Fondatore e Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis

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