Prof. Dr. Antonino Di Pietro

L’effetto pelle di leopardo ci piace solo nella moda. Su viso, mani e décolleté le chiazze scure invecchiano più delle rughe. Per combatterle, nuovi principi attivi schiarenti, peeling e laser

C’è chi era ragazza negli Anni 70 e 80, quando ci si arrostiva in spiaggia senza protezioni. E chi, più giovane, aspetta un bebè o prende la pillola. O fa la ceretta al labbro e poi si espone al sole. Sono tanti i motivi per cui la melanina si aggrega in modo irregolare, formando le macchie. «Non sono tutte uguali», dice il Professor Antonino Di Pietro, presidente dell’Isplad e direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis. «Le prime discromie, i melasmi, possono manifestarsi già tra i 30 e i 40 anni per overdose di sole, ormoni ballerini, farmaci fotosensibilizzanti, profumi o depilazioni. Mentre cheratosi e lentigo senili sono un’eredità degli anni: i meccanismi di turnover cellulare si inceppano e le cellule morte si accumulano, creando chiazze ruvide o macchioline lisce e diffuse».

PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE
«Vanno usati filtri solari forti anche in città, fino alla protezione 50 in montagna», dice l’esperto. «Utile una dieta ricca di fitonutrienti: betacarotene, licopene, luteina, flavonoidi, omega 3, vitamina C ed E proteggono la pelle dai danni dei raggi uv, migliorano la circolazione, potenziano ossigenazione e idratazione». Frutta e verdura di stagione ne sono più ricche. Sì a zucca e carote (con un filo d’olio di noce), radicchi, cavoli rossi, spinaci, broccoli, frutti di bosco, uva, kiwi. In più, pasta al pomodoro maturo, uova e pesce azzurro, ricco di acidi grassi. «Si possono assumere integratori antiossidanti per 2-3 mesi: estratto di pino marittimo francese, zeaxantina e rame». Il trucco? «Irrobustire l’epidermide tutto l’anno con cosmetici a base di Fospidina, un complesso di glucosamina e fosfolipidi estratti dalla soia, che in profondità stimola la produzione di elastina e collagene, innescando il processo anti-invecchiamento e agevolando in molti casi il miglioramento delle macchie», consiglia il professor Di Pietro.